Il virus SARS-CoV-2, come tutti i virus, è in grado di mutare ed evolvere nel tempo. Questa sua abilità di mutare può avere ripercussioni importanti su diversi fattori come, ad esempio, la gravità della malattia, la rapidità di diffusione del virus e la trasmissibilità della malattia, modificando l’efficacia di vaccini, farmaci terapeutici, strumenti diagnostici o altre misure di salute pubblica e sociale.1,2
Le varianti di SARS-CoV-2, possono essere ripartite in tre distinte categorie:1
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Varianti sotto monitoraggio (VUM): presentano cambiamenti genetici che si sospetta ne influenzino le caratteristiche dando segnali di vantaggio di crescita rispetto ad altre varianti circolanti (e svantaggio a livello globale o in una sola regione dell’OMS), ma per il quale l’evidenza dell’impatto fenotipico o epidemiologico rimane poco chiara, richiedendo sorveglianza e un monitoraggio rafforzati ed eventuale rivalutazione all’emergere di nuove evidenze. Se una variante presenta un numero insolitamente elevato di mutazioni in siti antigenici noti, ma non è possibile stimarne il vantaggio di crescita da queste determinate, tale variante può essere denominata VUM, se ne esistono anche prove di trasmissione comunitaria in almeno o più di 2 paesi entro un periodo di 2-4 settimane.1
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Varianti di interesse (VOI): possiedono modifiche genetiche che, secondo quanto finora noto o previsto, possono influire su caratteristiche del virus quali trasmissibilità, virulenza, evasione dagli anticorpi, efficacia terapeutica e rilevabilità. Queste varianti risultano, di conseguenza, avvantaggiate rispetto ad altre forme circolanti, con un aumento della prevalenza relativa, del numero di casi nel tempo e con un impatto epidemiologico evidente. Tutti questi fattori suggeriscono un potenziale rischio per la salute pubblica globale.1
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Varianti di preoccupazione (VOC): Una variante SARS-CoV-2 che soddisfa la definizione di VOI e che, attraverso una valutazione del rischio condotta dal TAG-VE (the Technical Advisory Group on SARS-CoV-2 Virus Evolution) dell’OMS, incontri almeno uno dei seguenti criteri, rispetto ad altre varianti: cambiamento dannoso nella gravità clinica della malattia oppure cambiamento nell'epidemiologia del COVID-19, che causa un impatto sostanziale sulla capacità dei sistemi sanitari di fornire assistenza ai pazienti affetti da tale patologia o da altre malattie, e richiede quindi importanti interventi di sanità pubblica oppure diminuzione significativa dell'efficacia dei vaccini disponibili nella protezione contro malattie gravi.1
Al momento, secondo l’ultimo aggiornamento pubblicato sia dall’OMS che dall’European Center for Disease Control (ECDC), non sono presenti, a livello globale, VOC circolanti.3
A marzo 2023, l'OMS ha annunciato che le lettere greche saranno assegnate solo nella nomenclatura di eventuali VOC, mentre le VOI saranno indicate utilizzando sistemi di nomenclatura scientifica consolidati, come quelli utilizzati da Nextstrain e Pango (ad esempio XBB.1.5/23A per l’ultima VOI).1
Sempre a partire da marzo 2023, l’ECDC ha rimosso le varianti BA.2, BA.4 e BA.5 dall’ elenco di varianti preoccupanti (VOC) di SARS-CoV-2, poiché queste linee parentali non sono più circolanti, e continuerà a monitorare e classificare gli specifici sottolignaggi di SARS-CoV-2 in circolazione che siano rilevanti per la situazione epidemiologica.3
È importante sottolineare, inoltre, che a maggio 2023, l’OMS ha stabilito che il COVID-19 non costituisce più un'emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale (PHEIC).4
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Infine, lo storico sulle varianti a livello mondiale e nazionale, riportate in questo progetto Pfizer COVID-19, è consultabile qui.