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Il 20 febbraio 2020 è giunta la conferma del primo caso di COVID-19 in Italia, in un distretto di 10 milioni di abitanti della Regione Lombardia. Il paziente 1, un uomo di 38 anni, venne ricoverato all'Ospedale di Codogno in provincia di Lodi, con una lieve polmonite resistente alla terapia, nessuna storia di viaggio rilevante e nessuna apparente esposizione a contatti con individui malati. Nelle settimane successive il territorio di Codogno, così come diversi comuni limitrofi della Lombardia meridionale, ha registrato un rapidissimo aumento del numero di casi rilevati.1
Data la rapida ripresa dei casi positivi nell'area, le autorità sanitarie regionali e locali – in stretta collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità – hanno introdotto azioni coordinate quali test intensivi, tracciamento dei contatti, isolamento dei casi confermati e isolamenti per limitare la diffusione dell'infezione. A seguito dell'aumento del numero e della distribuzione territoriale dei casi rilevati, tutte le attività didattiche sono state sospese in data 24 febbraio 2020 e, nella stessa giornata, è stata definita un'area in quarantena intorno a 10 comuni, individuati quali possibili epicentri del focolaio in corso.1
Nei giorni successivi le autorità sanitarie pubbliche hanno attuato ulteriori restrizioni come la cancellazione di tutti gli eventi sportivi in tutta la regione (25 febbraio), le restrizioni su sport indoor e servizi di ristorazione nelle province di Bergamo, Cremona e Lodi (2 marzo), la chiusura dei luoghi ricreativi e culturali indoor in tutta la regione (4 marzo). Infine, l'8 marzo è stato imposto il lockdown regionale, seguito a breve da quello nazionale l'11 marzo 2020.1
Sebbene il paziente zero non sia mai stato identificato, studi ambientali e osservazionali hanno evidenziato come SARS-CoV-2 circolasse in Lombardia già a metà gennaio 2020. Le indagini epidemiologiche hanno, infatti, rilevato oltre 500 casi prima del paziente 1 con diagnosi di COVID-19 (20 febbraio 2020), a conferma di come SARS-CoV-2 fosse già circolante in almeno 222 dei 1506 (14,7%) comuni ad alta trasmissione virale in tutte le province lombarde.1
PP-UNP-ITA-1651
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