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I bambini con infezione da SARS-CoV-2 sono generalmente asintomatici o paucisintomatici con bassi tassi di ospedalizzazione (<2%) o mortalità (<0,03%). L’impatto della malattia è maggiore negli adolescenti, che sono più frequentemente infettati e ricoverati in ospedale rispetto ai bambini più piccoli.1
Nonostante il basso rischio di COVID acuto nei bambini a breve termine, due sono le conseguenze a lungo termine più preoccupanti di infezione da SARS-CoV-2. La prima è la sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica temporaneamente associata a SARS-CoV-2 (PIMS-TS) o sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C), una malattia immunomediata che si manifesta in una piccola quota di bambini dopo infezione da SARS-CoV-2. La seconda è il cosiddetto Long Covid, definito anche sindrome post-COVID o sequele post-acute di SARS-CoV-2 (PASC). Questi termini descrivono i sintomi persistenti causati da COVID-19, descritti principalmente negli adulti, che interessano i sistemi sensoriale, neurologico e cardiorespiratorio, nonché la salute mentale.1
La MIS-C è un raro fenomeno che si verifica nei bambini da 2 a 6 settimane dopo l’esposizione al SARS-CoV-2. Si sviluppa in meno dello 0,1% dei bambini con COVID-19 (età media 8,6 anni) e richiede un supporto di terapia intensiva nel 68% dei casi. I bambini si presentano con diverse manifestazioni multisistemiche: le più comuni coinvolgono il tratto gastrointestinale, la cute, le mucose e il sistema cardiovascolare. Per alcuni aspetti, il quadro clinico della MIS-C ricorda quello della malattia di Kawasaki (KD), soprattutto nei casi di shock, sindrome da shock tossico e sindrome da attivazione dei macrofagi.2
La malattia di Kawasaki (KD) è una vasculite acuta e autolimitante dei vasi medi con una predilezione per le arterie coronarie. È la principale causa di malattie cardiache acquisite nei paesi sviluppati e sta lentamente sostituendosi alle malattie cardiache reumatiche nei paesi in via di sviluppo. L'eziologia della malattia non è ancora nota, ma ci sono prove che dimostrano come oltre il 40% dei bambini con diagnosi di KD siano risultati positivi ai patogeni respiratori virali.
La KD è più comune nei bambini sotto i 5 anni, ma può presentarsi a qualsiasi età anche negli adulti, con una leggera predominanza maschile rispetto alle femmine (1,5 a 1). È raro, invece, riscontrare la malattia di Kawasaki nei bambini sotto i 4 mesi, probabilmente per la protezione degli anticorpi materni. È più comune nei bambini di origine asiatica, in particolare giapponesi, rispetto ai bambini caucasici, con una maggiore prevalenza della malattia nei mesi invernali e primaverili. L'incidenza varia da 10 a 20 su 100.000 bambini di età inferiore ai 5 anni negli Stati Uniti e in Canada a 50-250 su 100.000 in Giappone, Taiwan o Corea.3
La seconda conseguenza a lungo termine di infezione da SARS-CoV-2 è il Long Covid. Prove recenti mostrano come alcuni dei sintomi che caratterizzano la fase acuta dell'infezione da SARS-CoV-2 possano persistere nonostante la completa clearance virale nei bambini.2
In uno studio prospettico su bambini in età scolare del Regno Unito, 77 dei 1734 bambini positivi al COVID-19 hanno presentato sintomi della durata di almeno 28 giorni. La fatigue è stato il sintomo più riportato (84,4%), seguito da mal di testa (77,9%). Venticinque di 1379 bambini hanno accusato sintomi durati >56 giorni, con cefalea nell’80% dei casi. Allo stesso modo, uno studio di follow-up su 518 bambini russi ha rivelato come la fatigue (10,6%) e i disturbi del sonno (7,2%) fossero i sintomi più frequenti di Long Covid.4
Dopo la fatigue (10,8%) e l’insonnia (18,6%), un'indagine sui sintomi di Long Covid nei bambini italiani ha rivelato che la mancanza di concentrazione e la perdita di peso si sono verificate rispettivamente nel 10,1% e nel 7,7% dei soggetti.4,5
In una metanalisi su 80.879 bambini, la prevalenza combinata di sintomi di depressione e ansia durante la pandemia di COVID-19 è risultata raddoppiata rispetto al periodo pre-pandemico. Questi risultati sono coerenti con studi precedenti che hanno dimostrato come, rispetto agli adulti, i bambini e gli adolescenti siano a più alto rischio di depressione, ansia e disturbo post-traumatico (PTSD) dopo i disastri naturali.4
L'anosmia, descritta come una manifestazione otorinolaringoiatrica di COVID pediatrico, è il secondo sintomo più comune (77,9%) durante il Long Covid pediatrico e il sintomo più comune (84,0%) nei bambini con Long Covid per oltre 56 giorni. Un sintomo che persiste per oltre un mese e in alcuni casi per oltre 5 mesi nel 4,7% dei casi. Le vertigini sono meno frequenti (2,1%), mentre i disturbi dell’equilibrio o lo svenimento sono rari o assenti.4
Anche la disfagia e la disfonia sono sintomi di Long Covid nei bambini. In uno studio di coorte retrospettivo su 50 pazienti pediatrici con infiammazione multisistemica dopo COVID-19, 9 di loro hanno richiesto una valutazione specialistica per disfonia e/o disfagia.4
Alcune complicanze a lungo termine includono uno svuotamento della vescica disfunzionale/ritardato, labilità emotiva, lieve neuropatia periferica residua o debolezza facciale e ptosi. Comuni nei bambini con Long Covid sono le diagnosi di encefalomielite acuta disseminata, encefalite e sindrome di Guillain Barré (GBS). Mentre la maggior parte di questi bambini va incontro a completa guarigione, una piccola parte continua a manifestare sintomi neurologici come tetraparesi spastica/flaccida, iperreflessia generale e incompleto svuotamento sfinterico.4
Oltre ad un caso segnalato di costrizione toracica persistente per oltre tre mesi, palpitazioni e variazioni della frequenza cardiaca sono state riportate rispettivamente nell’1,5% e nel 2,0% dei casi. Allo stesso modo, in una coorte di 129 bambini, sono stati descritti palpitazioni, dolore toracico o costrizione toracica nel 3,1-6,2% della coorte dopo la diagnosi di COVID-19. Sebbene i sintomi cardiovascolari si possano osservare nei bambini dopo il COVID-19, sembrano rappresentare un fenomeno raro.4
In uno studio australiano su 171 bambini, il 7,0% ha accusato un sintomo di Long Covid di cui il 50% ha accusato una tosse post-virale 3-8 settimane dopo l'esordio dei sintomi. Anche la rinorrea rientra tra i sintomi respiratori più comuni che persistono dopo il COVID-19 acuto (52,4%).4
Nausea, dolore addominale e diarrea sono sintomi di Long Covid nei bambini. Nel 27,7% dei bambini più piccoli, il dolore addominale può essere un sintomo di presentazione di COVID-19; tuttavia, meno del 5% dei bambini manifesta questo sintomo >4 settimane. Più preoccupante è stato il caso di un bambino con COVID-19 che 3-6 settimane dopo l’infezione da COVID-19 ha evidenziato un quadro addominale acuto combinato con febbre alta, eruzione cutanea e iperemia congiuntivale. Un quadro clinico che rimanda alla sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C), indicata anche come sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica temporalmente correlata alla SARS CoV-2 (PIMS-TS).4
Al di là di tutto, gli studi sul Long Covid nei bambini hanno ricevuto diverse critiche, in particolare sui social media e sui canali di informazione nazionali: diverse persone, inclusi ricercatori medici, pensano ancora che questi sintomi possano essere riconducibili ad altre cause, incluse le restrizioni sociali imposte dalla pandemia, piuttosto che al virus stesso. Purtroppo, nonostante la chiara evidenza di Long Covid negli adulti e la descrizione crescente nei bambini, c'è ancora molta resistenza nell'accettare questa condizione nella popolazione pediatrica.6
PP-UNP-ITA-1704
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PP-UNP-ITA-1966
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